“Troppi documenti protocollati come riservati e la mancata registrazione delle posizioni degli Stati membri nelle discussioni sui progetti di legge al Consiglio dell’Ue rendono impossibile, per il pubblico, seguire le discussioni tra i rappresentanti dei Governi...questo approccio a porte chiuse rischia di alienare i cittadini e di alimentare sentimenti negativi...
...il Consiglio dell’Unione europea, con pratiche che impediscono l’esame dei progetti di legge, mina il diritto dei cittadini di chiedere conto ai propri rappresentanti eletti...si chiede pertanto al Consiglio dell’Ue (che avrà tempo fino al 9 Maggio 2018 per rispondere), di registrare sistematicamente le posizioni dei Paesi durante i lavori e agli incontri degli Ambasciatori dei 28 (Coreper), rendendo disponibili i documenti al pubblico, in modo tempestivo...infine si chiedono criteri chiari per l’uso del protocollo di riservatezza”, ha reso noto l’Ombudsman (Mediatore) europeo Emily O'Reilly.
Tratto da:
Ansa Europa.