“A meno di due anni dalla pandemia che ha colpito l'Europa, il Prodotto Interno Lordo (PIL) reale dell'Unione europea è tornato ai livelli precedenti alla crisi. Grazie alla rapida risposta politica, su larga scala e globale, la crisi sembra avere lasciato meno cicatrici di quanto inizialmente temuto.
La resilienza di imprese e posti di lavoro all'eliminazione graduale dei sostegni deve ancora essere testata, e ulteriori cicatrici possono ancora diventare evidenti. Mentre a livello macroeconomico permangono incertezze sull'effetto delle nuove ondate di pandemia e l'eventuale eliminazione graduale delle misure economiche di emergenza in tutta Europa. In futuro rimane così ‘il rischio di una ripresa asimmetrica per i singoli, le imprese e i Paesi’.
Con il PIL dell'UE quasi di nuovo a livelli pre-pandemici, il normale quadro di bilancio dell'Unione europea è destinato ad applicarsi dal 2023 in poi. La questione chiave è come evitare che alcuni Paesi operino drastici tagli alla spesa e agli investimenti se costretti a rispettare le regole del debito e del deficit del patto. La trasformazione verde e digitale richiede ingenti investimenti pubblici, ma in passato gli investimenti pubblici sono stati spesso vittime del consolidamento fiscale”.
Ciò è un estratto di quanto reso noto da Debora Revoltella, Direttore del dipartimento economico della Banca europea degli investimenti (Bei) nel Rapporto sugli investimenti 2021-2022.
Tratto da:
Ansa Europa.
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