“Ad oggi gli investimenti sono pochi, la ripresa è lenta e la crescita debole…il rallentamento dell'ambiente esterno, in particolare in Cina e l'aumentata volatilità sui mercati, potrebbe ulteriormente rallentare le prospettive economiche…rispetto a prima della crisi oggi l'Eurozona è in una miglior posizione per affrontare le conseguenze degli shock economici, ciononostante la ripresa è debole, anche rispetto a quelle economie avanzate colpite da crisi bancarie sistemiche...e la debolezza è sia strutturale, che ciclica…
…sul fronte della domanda sono gli investimenti la principale fonte di debolezza…la crescita potenziale sembra essere stata influenzata dalla crisi più che in passato e più che nelle altre economie…la chiusura dell'output gap è stata più lenta perché la crisi dei debiti del 2011 ha allontanato l'Eurozona dal ciclo economico globale…per ciò che concerne il lavoro l'aggiustamento del costo dello stesso è stato lento rispetto all'aumento della disoccupazione, portando ad un aumento più consistente della componente non-ciclica della disoccupazione rispetto alle altre economie…la risposta, in termini di politiche economiche, è stata limitata dagli squilibri macroeconomici accumulati prima della crisi e dalle incompletezze dell'Unione monetaria, inoltre il lento risanamento dei bilanci delle banche è stato un impedimento alla crescita…
…guardando al futuro, da una parte si potrà essere ottimisti poichè le riforme stanno cominciando a dare i propri frutti, dall'altra, però, con la crescita potenziale che ancora non dà segni di miglioramento bisognerà impegnarsi in nuove riforme strutturali, sia a livello di Stati membri, che europei, per assicurare la crescita ad un binario più solido…le riforme dei Paesi dovranno andare mano nella mano con passi risoluti per completare l'architettura dell'Emu, con particolare enfasi al completamento dell'Unione finanziaria”. Ciò è quanto reso noto dalla Commissione europea nel Rapporto trimestrale sulla zona Euro.