“Sono impressionato dalle fragilità dell'Unione europea e dalle rotture accadute, o che si preannunciano…esiste una policrisi non ancora interamente controllata, (dai rifugiati, al terrorismo, all'Ucraina e Russia) e per questo farò di tutto per evitare tale sentimento di inizio della fine dell'Europa…adesso c'è una nuova generazione che dirige l'Unione e da qui a 10 anni ce ne sarà un altra, ma intanto la mia generazione non è di giganti, ma di deboli eredi dei Monnet e Delors, che dimenticano presto e che non hanno più una conoscenza diretta nella loro famiglia dei problemi e delle guerre che hanno attraversato l'Europa…
…se lasciamo correre tutte queste rimesse in questione cosa erediteranno quelli dopo di noi?...per questo dobbiamo agire in modo che l'eredità che lasciamo sia all'altezza delle ambizioni dell'Europa, mentre intanto rimane reale che il divorzio tra quella che si crede l'élite europea e la popolazione resta grande e per questo bisogna gettare un ponte su questo gap, che non può che essere colmato da Parlamento e Commissione Ue, le sole Istituzioni che possano dirsi veramente europee”, ha posto in evidenza il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker (estratto), nella conferenza d'inizio anno.